"La scuola materna è il primo inserimento ufficiale del bambino nella società e perciò merita di essere annoverato tra i più indispensabili servizi sociali.
Qui il bambino fa le sue scelte, accetta gli altri e tutto questo per la prima volta nella vita. E' importante che questa 'prima società organizzata' sia profondamente cristiana. Proprio per questo una Parrocchia può e deve interessarsi alla scuola materna."

(Dal Progetto Educativo della nostra Scuola)

 

Partiamo ora dall'esperienza che viviamo in questa scuola. E' una scuola sorta nel 1966, libera e cattolica, che dal 2001 è diventata anche paritaria. E' nata per l'iniziativa del Parroco Don Carlo Orsini che sentiva insieme alla Comunità il desiderio vivo e appassionato di comunicare l'esperienza nell'appartenenza alla Comunità cristiana, alla Chiesa. L’avventura è iniziata con le Suore Figlie di Cristo Re di cui ricordiamo con affetto e gratitudine la loro preziosa presenza e testimonianza tra di noi, e oggi prosegue assicurando una continuità educativa tra la vita familiare e l'esperienza scolastica. Maestre e genitori, seppure con funzioni diverse, sono corresponsabili della proposta educativa e insieme costituiscono il soggetto educativo e propositivo.

Ecco che cosa rappresenta l'impalcatura della Progettazione e quello che determina la Proposta e il Clima educativo della nostra scuola dell'infanzia:

il rispetto e l'accoglienza del bambino, accettandolo perché c'è e così come è;

condurlo alla conoscenza di sé;

riconoscere e coltivare il senso religioso;

promuovere lo stupore di fronte alla vita;

l'ascolto;

l'amicizia;

la capacità di conoscenza e di incontro costruttivo con la realtà

I genitori comprendono, coinvolgendosi, che la scuola è un'occasione per sé, per la verità della loro vita e non solo per quella del figlio. Il bambino per crescere ha bisogno di adulti che conservino un rapporto positivo con la vita e lo sappiano trasmettere, che abbiano una vita personale sufficientemente ricca da permettere al bambino di vivere pienamente la sua, che sappiano infine entrare in una relazione di rispetto e di stima, se non immediatamente di collaborazione, con gli altri adulti che si occupano di lui. Il bambino ha bisogno di un adulto di cui possa dire: "mi piacerebbe essere come lui". Naturalmente il bambino non esprime questa esigenza a parole ma è vero che vive una spinta in avanti se ammira il coraggio e la speranza dell'adulto di fronte alle cose che succedono.

Noi speriamo ed operiamo che nel percorso i bambini possano pronunciare la parola "io" con l'iniziale consapevolezza di tutto il suo valore: ma siamo convinti che l'educazione potrà avvenire se l'io di ciascun bambino potrà incontrarsi con un "tu" importante, quello dell'educatrice, quello di chi opera in questa scuola, quello di altri bambini. Se questo accadrà i bambini scopriranno che l'io e il tu sono parte di qualcosa di più grande:

sono parte di un "noi". Non si può crescere nella solitudine. Noi, ancora oggi, siamo qui a rappresentare per la società civile e per la comunità ecclesiale, un pezzo di società viva, capace di continuare un'opera… e di ritenere, da 43 anni, che l'Infanzia rappresenta oggi più che mai un bene prezioso e il capitale su cui contare per il mondo di domani...

 

(Rita Mason)